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SINGOLO EPISODIO DI VIOLENZA DOMESTICA: E’ SUFFICIENTE PER L’ADDEBITO

Singolo episodio di violenza domestica

Per attribuire la separazione con addebito al coniuge, è sufficiente anche un singolo episodio di violenza domestica. E’ quanto stabilito dal Tribunale di La Spezia con la recente sentenza 25 marzo 2021 n. 179.

 

Singolo episodio di violenza domestica

(foto di Melanie Wasser su Unsplash free)

il caso

La ricorrente aveva richiesto che la separazione fosse addebitata al marito, deducendo gravi episodi di violenza e maltrattamenti posti in essere nei suoi confronti. In un episodio in particolare, in ragione di una crisi di gelosia, il marito l’avrebbe chiusa a chiave in camera da letto e presa a calci, pugni e schiaffi, causandole gravi lesioni.

Secondo la ricorrente, i maltrattamenti sarebbero proseguiti, sia fisicamente che verbalmente, anche negli anni successivi. A detta del coniuge resistente, invece, ciò non corrispondeva al vero. Questi, infatti, non aveva contestato quel singolo episodio di violenza domestica scaturito, a suo dire, dallo stato di rabbia e umiliazione conseguito alla confessione di un tradimento. Sosteneva, tuttavia, si fosse trattato di un caso isolato e, a sua volta, chiedeva l’addebito della separazione alla coniuge, proprio in conseguenza della relazione extraconiugale di lei.

la sentenza del trib. la spezia

Il Tribunale ha richiamato la giurisprudenza della Suprema Corte in materia, secondo cui: da un lato, “la pronuncia di addebito richiesta da un coniuge per le violenze perpetrate dall’altro non è esclusa qualora risulti provato un unico episodio di percosse, trattandosi di comportamento idoneo comunque a sconvolgere definitivamente l’equilibrio relazionale della coppia, poiché lesivo della pari dignità di ogni persona” (cfr. Cass. n. 433/2016).

Dall’altro, “fatti come quelli qui in considerazione costituiscono violazioni talmente gravi dei doveri nascenti dal matrimonio da esonerare il giudice del merito dal dovere di procedere alla comparazione, ai fini dell’adozione delle relative pronunce, col comportamento del coniuge che sia vittima delle violenze, trattandosi di atti che, in ragione della loro estrema gravità, sono comparabili solo con comportamenti omogenei” (cfr. Cass. n. 31901/2018).

E’ vero, evidenzia il Giudice, che la violenza così accertata si verificò oltre setti anni prima dell’effettiva fine della convivenza tra i coniugi.
Tuttavia, dopo quel fatto il rapporto matrimoniale non fu mai più realmente recuperato, perlomeno per un periodo di tempo sufficientemente prolungato e stabile.

Il Tribunale si è, dunque, pronunciato per la condanna all’addebito della separazione a danno del coniuge violento.

Avv. Emanuele Parlati